L’11 settembre 2024 i ministri del turismo di Cina, Giappone e Corea del Sud si sono riuniti a Kobe, Giappone.
In questo incontro annuale, il decimo consecutivo, oramai un appuntamento consolidato e di basilare rilevanza per lo sviluppo e la cooperazione di questi tre paesi-chiave dell’Asia è stato fissato un ambizioso obiettivo: raggiungere 40 milioni di visite tra le tre nazioni entro il 2030.
Ma scopriamo di più su questa notizia grazie ad una news pubblicata su jingdaily.com.
Cina, Giappone e Corea del Sud puntano a 40 milioni di turisti entro il 2030
L’accordo di cui abbiamo appena parlato nell’introduzione tra Cina, Giappone e Corea del Sud riprende il desiderio di tornare ai livelli del turismo registrati prima della pandemia addirittura entro il 2025.
Per farlo, le tre nazioni si sono impegnate a lavorare a stretto contatto per promuovere al meglio il turismo, per aumentare la frequenza dei voli diretti e della condivisione dei dati utili ad affrontare e superare le sfide del settore.
Turismo, come sappiamo, fa rima con shopping
E gli asiatici sono i migliori acquirenti, soprattutto quando si tratta di shopping tax-free.
In questo settore, infatti, si sta assistendo ad una forte ripresa, con i turisti cinesi in testa alla spesa pro-capite (+25% nei principali mercati europei e nell’area Asia-Pacifico).
Segnali incoraggianti arrivano anche da Ctrip, la principale agenzia di viaggi online cinese.
Tramite la sua piattaforma internazionale Trip.com, la OTA ha registrato un aumento del 70% dei ricavi nel secondo trimestre del 2024.
La maggior parte della domanda arriva proprio, ancora una volta, dall’area Asia-Pacifico.
La rinnovata cooperazione tra Cina, Giappone e Corea del Sud arriva in un momento critico per l’industria turistica in Cina
I maggior problemi derivano senza dubbio dalla pandemia di Covid-19 e da tutti gli strascichi economici che essa ha causato.
Nonostante lo stop, il settore del turismo sta davvero dando un’accelerata e il governo cinese sta mettendo in campo tutte le sue energie per ritornare ai fasti di soli pochi anni fa.
L’obiettivo primario è recuperare il flusso di viaggiatori ed esperienze che un tempo definivano il turismo e gli scambi culturali in tutta l’Asia orientale.
40 milioni di visite nei 3 paesi da qui a 6 anni è una sfida più che ambiziosa.
È un’opportunità ma è anche un obiettivo complesso da raggiungere.
L’aumento dei ricavi globali derivanti dallo shopping duty free ed esentasse è un chiaro segnale di ripresa per la Cina ma è anche un dato che mette pressione al Paese, il quale si trova quasi costretto a migliorare la sua offerta turistica.
Vista in una prospettiva più ampia, la questione non riguarda solo il raggiungimento dell’obiettivo dei 40 milioni di visite.
Un aspetto di base risiede anche nel modo in cui i 3 paesi si adatteranno alle nuove richieste dei viaggiatori e si avvicineranno a tematiche come sostenibilità, praticità e personalizzazione delle esperienze.
Noi di China House seguiremo con interesse e con la nostra lente d’ingrandimento ben puntata questo “cammino” verso i 40 milioni di turisti.
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