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Cina: il logo di Playboy spinge abbigliamento e accessori
Nell’articolo di questa settimana ti raccontiamo di come il famoso coniglietto, simbolo inconfondibile che si ricollega alla rivista Playboy (e all’impero creato dal suo fondatore, Hugh Hefner), sia un ottimo espediente per vendere abbigliamento e accessori.
Non è l’idea di Playboy ad attrarre i clienti, ma bensì l’iconico logo.
Scopriamo di più grazie al supporto di un articolo letto su jingdaily.com.
Quando si pensa a Playboy, la mente va subito al famoso magazine americano in cui donne sensuali e considerate le più belle al mondo posavano in pose ammiccanti.
A poco a poco Playboy è diventata, nell’immaginario collettivo, più di una semplice rivista: l’idea visionaria di un uomo, Hugh Hefner, si è trasformata in un vero e proprio impero, in una villa da sogno che ospitava feste selvagge e dissolute – di cui non sempre si è parlato bene.
Cina: il logo di Playboy spinge abbigliamento e accessori
Quando si pensa a Playboy si pensa anche ad un coniglietto che indossa un papillon: una silhouette che è diventata uno dei loghi più celebri e riconoscibili di sempre.
Giocoso ma anche ammiccante, il logo di Playboy è apparso praticamente su qualsiasi tipo di merchandise – dalle bottiglie di profumo ai jet privati.
Dopo decenni di successi, però, in Cina il logo di Playboy ha conosciuto un pesante declino.
Per porvi rimedio, la compagnia PLBY Group si è fusa con la Charactopia Licensing per dare nuova vita a Playboy e alle opportunità di business ad esso legate.
Il team di Charactopia, con base operativa a Shanghai, si preoccuperà di “dare nuovo vigore al mercato cinese di Playboy e di lavorare sulle strategie di vendita, sulla presenza online e offline, sul design dei prodotti, sul marketing” ecc.
In che modo il brand americano riacquisterà autorità e si farà amare nuovamente in Cina?
È possibile riabilitare il “potere” del coniglietto più famoso del mondo?
Cina: il logo di Playboy spinge abbigliamento e accessori. Il sesso non vende ma i coniglietti sì
Il marchio Playboy approda in Cina negli anni 1990 e si riposiziona nell’immediato.
Le restrizioni del governo cinese e la censura della pornografia fanno del marchio Playboy un brand di lifestyle.
La sua natura di intrattenimento per adulti viene del tutto cancellata perché la Cina, come ricorda Susan Gunelius di KeySplash Creative, “è un paese sessualmente conservatore e ha fatto del coniglietto di Playboy un simbolo giocoso e divertente, come Hello Kitty. Playboy in Cina non ha niente a che fare col sesso”.
La popolarità raggiunta dal coniglietto di Playboy permette al marchio di diventare riconoscibile e accessibile a tutti: il logo appare su abbigliamento e accessori con grande successo di vendite.
Il grande successo, come prevedibile, ha subito fatto sorgere due grandi problemi: la contraffazione e l’applicazione del logo Playboy su qualsiasi prodotto, venduto per pochi centesimi su siti come Taobao.
Quando si verificano queste circostanze, i consumatori iniziano a chiedersi se i prezzi rivelano l’autenticità dei prodotti.
Il brand ne esce comunque male, perché i clienti perdono fiducia nei suoi confronti.
Cina: il logo di Playboy e la rinascita grazie alle partnership con brand cinesi e globali
Per arginare il fenomeno della contraffazione e delle copie, Playboy ha deciso di attuare delle strategie mirate per affermarsi come brand di moda credibile.
Nel 2018 nasce Playboy White Label, linea che spazia su altre categorie come lingerie e denim, con nuovi retailer e un logo attraente.
A livello internazionale, Playboy collabora non solo con brand di streetwear famosissimi del calibro di Supreme e Anti Social Social Club, ma anche con maison come Saint Laurent e Yohji Yamamoto.
Il messaggio di Playboy è chiaro: il brand è esperto e può collaborare anche con l’alta moda.
In Cina, Playboy collabora con Whoosis, M.E.D.M e GXG; a Hong Kong con il marchio di giocattoli ZCWO.
“Queste collaborazioni servono a mantenere il brand Playboy rilevante e diversificato. C’è bisogno di mantenere alto l’hype, poiché il mercato è decisamente saturo” afferma Jared Dougherty del PLBY Group.
Cina: i loghi stranieri hanno vita dura in Cina
La Cina è un mercato ultracompetitivo – i brand lo sanno molto bene.
Per sopravvivere in una “giungla” simile c’è bisogno di molto di più di un restyling e di collaborazioni che creano hype.
I cinesi, inoltre, sono sempre più propensi a scegliere brand del loro paese che si differenziano per creatività e prezzi più abbordabili.
Anche Arnold Ma, CEO dell’agenzia di marketing Qumin, conferma: “I tempi in cui un logo straniero creava desiderio di consumo sono lontani. Oggi i consumatori cinesi sono più sofisticati e cercano prodotti di buona qualità, una storia dietro il marchio, valori condivisi in cui riconoscersi”.
Per arrivare al successo il cambiamento dovrà iniziare dall’interno del brand stesso che, come i grandi nomi occidentali, dovrebbe consolidare il messaggio che porta, le sue linee e concentrarsi su pochi prodotti, ma di alta qualità.
Insomma, il 2023 potrebbe essere l’anno della svolta per Playboy – che si gioca il suo futuro, ironia della sorte, proprio durante l’Anno del Coniglio.
Cosa ne pensi di questo articolo e della storia del marchio Playboy in Cina? Dicci la tua, scrivi a China House.