Bentornati sul blog di China House! Questa settimana approfondiamo un trend interessante che da diversi anni sta spopolando in Asia e soprattutto in Cina.
Cina: la collaborazione tra marchi di lusso e influencer virtuali
Perché le maison del lusso internazionale scelgono personaggi generati al computer invece di celebrità in carne ed ossa?
Prima di addentrarci in questo argomento, un dato importante. È stato stimato che l’industria degli idol meta-umani raggiungerà il valore di 42.6 miliardi di dollari entro il 2030 solo in Cina.
A livello globale, il valore dell’industria raggiungerà i 5.8 miliardi di dollari entro il 2025.
Cifre davvero impressionanti che, forse, non rendono bene l’idea di quanto questa tipologia di KOL piaccia ai consumatori cinesi.
Scopriamo di più sugli influencer digitali grazie alle informazioni apprese da un articolo di jingdaily.com.
I virtual influencer: la Cina è pazza per gli idol meta-umani
Se il Web2 ci ha dato un vasto popolo di influencer, le nuove celebrità del nostro tempo, il Web3 ci donerà un nuovo tipo di personaggio: i virtual influencer, personaggi creati ad hoc al computer.
Mentre l’Occidente tiene ancora un po’ le distanze da questo tipo di innovazione, l’Asia è già pazza degli idol meta-umani.
Sara Giusto, producer presso la Aww Inc. che ha creato Imma Virtualgirl, ha affermato: “Perché non considerare ugualmente gli umani virtuali? Alla fine, tutto dipende dal consumo che facciamo dei media e di come, da essi, costruiamo la nostra realtà quotidiana“.
Imma, modella e influencer virtuale, è una vera star in Giappone. Ha già collaborato con Dior, Porsche e Valentino e ha un seguito incredibile sui social: più di 400 mila follower su Instagram e oltre 485 mila su TikTok.
I virtual idol sono seguiti e amati principalmente dalla Generazione Z.
Secondo un sondaggio condotto da Influencer Marketing Factory, il 58% degli intervistati ha confermato di seguire almeno un KOL virtuale; il 35% ha acquistato grazie a una loro sponsorizzazione.
La popolarità degli idol virtuali continuerà a crescere, così come le interazioni che riusciranno a generare.
Secondo uno studio condotto da Instagram, più della metà dei Gen Z si lascerà ispirare da personaggi creati digitalmente nel 2023.
Ma per quale motivo l’Asia, e in particolare la Cina, sembrano preferire personaggi virtuali alle persone?
Innanzitutto, la digitalizzazione in Cina è diventata transgenerazionale: non interessa solo i più giovani ma coinvolge persone di tutte le età, traina l’economia e condiziona le abitudini dei consumatori.
Il secondo motivo, forse il più significativo, è la capacità di poter “gestire” questi influencer con maggior facilità proprio perché virtuali.
Questi idol creati al computer eliminano, di fatto, qualsiasi percentuale di “errore” umano, scivoloni, brutte figure e scandali che potrebbero compromettere il buon nome del marchio.
Basti pensare a Kris Wu, ambassador per Bulgari, Porsche e Louis Vuitton licenziato dopo essere stato condannato per stupro e violenza sessuale.
O a Kanye West, “scaricato” da Adidas e Balenciaga a causa di gravi affermazioni antisemite.
Cina: Ayayi e gli altri virtual idol più amati
Insomma, la strada è tutta in discesa per gli influencer digitali. Quella più famosa è senza dubbio Ayayi.
Creata nel 2021, con oltre 800 mila fan su Weibo, Ayayi ha prestato la sua immagine a campagne pubblicitarie per Louis Vuitton, Prada, Dior e Ferragamo.
Tra i virtual idol più amati del momento ci sono anche Ling – 1 milione di follower su Weibo, collaborazioni con Tesla, Bulgari e Tmall – e il meta-umano Noah, le cui caratteristiche estetiche, di stile e di personalità sono state scelte tramite un sondaggio tra 21 mila utenti del web.
Tra le tante partnership, Noah è uno dei volti di punta del brand Tommy Hilfiger.
Cina: perchè gli influencer virtuali sono i nuovi volti delle campagne pubblicitarie?
Un’altra ragione che fa degli idol virtuali i testimonial ed influencer perfetti per i brand è legata al denaro.
Questi personaggi virtuali possono lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, non chiedono cachet stellari e sono in grado di raggiungere un numero imponente di utenti sui social.
Secondo uno studio di HypeAuditor, infatti, gli influencer virtuali creano un engagement tre volte superiore rispetto ai loro competitor umani.
Inoltre sembrano perfetti per le preferenze di consumo dei giovani cinesi, che oramai acquistano quasi solo online.
I confini tra gaming, intrattenimento e sponsorizzazione di prodotti sono sempre più sottili e finiscono per intersecarsi.
Timothee Semlin, fondatore di Webtrois, ne è convinto: “Spunteranno sempre più influencer virtuali nel mondo“.
Qualcuno, in realtà, esiste già e colleziona successi da tempo.
Un esempio è Miquela Sousa, modella, influencer e popstar americano-brasiliana che ha generato guadagni per oltre 11 milioni di dollari nel 2020.
Ha collaborato anche con Prada e Calvin Klein.
Unreal.Zoe, invece, collabora con il brand di Singapore Charles and Keith.
Il brand di make-up Nars, invece, ha creato i suoi avatar virtuali personalizzati su Instagram, TikTok e Douyin.
L’incredibile successo che influencer virtuali riescono ad ottenere non deve trarre in inganno.
Così come gli influencer reali, anche quelli creati in digitale devono avere uno stile riconoscibile, una personalità credibile, una storia, dei valori che possano convincere i brand a sceglierli.
I consumatori cercano sempre l’autenticità – non importa che i loro beniamini siano in carne ed ossa o fatti di pixel.
Cosa ne pensi di questo trend? Scrivici e dicci la tua: contatta China House.