Ben ritrovati sul blog di China House, la prima e unica organizzazione della Valtellina che si dedica alle relazioni Italia-Cina. Oggi raccontiamo del colossale investimento (900 miliardi di dollari) del governo cinese per dare vita nuova (e nuovi scopi) all’antichissima Via della Seta. A supportarci un interessante articolo pubblicato su weforum.org.
One Belt One Road: dall’antica Via della Seta al nuovo progetto di investimento
Avrai sicuramente sentito nominare la Via della Seta. Si tratta di una delle più antiche e importanti rotte commerciali che collegava la Cina e l’Occidente: 8.000 km di percorso (tra strade battute su terreno, percorsi marittimi e fluviali) che, in origine, assicuravano lo scambio di merci tra l’impero Cinese e quello Romano.
È in questo modo che prodotti tipici dell’Asia, come ad esempio la seta, sono arrivati in Europa e viceversa.
Con il progetto One Belt One Road, negli ultimi anni si è parlato molto di una “seconda vita” per la Via della Seta.
Con lo scopo di ricostruire le infrastrutture, l’obiettivo di One Belt One Road è dare un’ulteriore accelerazione alle relazioni commerciali tra la Cina e i Paesi attraversati dalla rotta commerciale e, nello specifico:
- Asia centrale
- Medio Oriente
- Europa
La Nuova Via della Seta: One Belt One Road tra positività e preoccupazioni globali
La cifra investita nel progetto della Nuova Via della Seta One Belt One Road è da record: 900 miliardi di dollari.
Il governo cinese spiega che serviranno a creare “una nuova era della globalizzazione”. Inoltre, come ha stimato la società di consulenza McKinsey attraverso uno studio dall’investimento ne trarranno beneficio circa 68 Paesi nel mondo pari al 65% della popolazione mondiale o ad un terzo del PIL globale.
Però non tutti i Paesi del mondo hanno accolto in modo positivo la notizia del progetto per la riqualificazione della Nuova Via della Seta One Belt One Road.
Le più influenti potenze mondiali si preoccupano per le eventuali intenzioni geopolitiche, per ora taciute, della Cina che, oggi, è diventata una tra le più influenti nazioni a livello globale.
La Nuova Via della Seta: perchè la Cina ha investito in questo progetto?
La Nuova Via della Seta è un progetto mastodontico, ambizioso e controverso. Quindi perché la Cina lo fa?
Il motivo evidente è di poter mantenere l’economia nazionale ad alti livelli. Infatti, grazie alla Nuova Via della Seta la Cina avrebbe numerosi vantaggi:
- le regioni più povere del Paese trarrebbero giovamento da nuovi e più numerosi rapporti commerciali
- per le società cinesi che si occupano di trasporto e telecomunicazioni aumenterebbe, di molto, il lavoro
- la produzione di beni industriali di ogni tipo aumenterebbe tra cui, in primis, il settore dell’acciaio
Anche se la realtà dei fatti è che la Nuova Via della Seta con il progetto One Belt One Road potrebbe portare benefici a molte altre nazioni permangono i dubbi della maggior parte dei Paesi Occidentali. Temono, infatti, un arricchimento solo per la Cina.
One Belt One Road quali sono i benefici? E per quali Nazioni?
La Cina ha di fatto preso il posto degli USA ed è diventata la prima potenza del mondo, sia a livello commerciale che geopolitico.
Però, secondo Xinhua, un’agenzia media statale cinese, non c’è da temere: “la Cina non erige muri come fanno alcuni paesi occidentali ma, al contrario, cerca di costruire ponti, sia letteralmente che metaforicamente” è stato il commento.
Quali nazioni, allora, potrebbero guadagnare da questa iniziativa?
Secondo uno studio condotto da Credit Suisse i principali candidati sono:
- India
- Russia
- Indonesia
- Iran
- Egitto
- Filippine
- Pakistan
Inoltre, in nazioni come Russia, Kazakistan e Myanmar è già in corso la progettazione della costruzione di oleodotti e gasdotti e nuove infrastrutture prendono vita anche in Etiopia, Kenya, Laos e Tailandia.
Il Pakistan risulta essere il primo sostenitore e partner della Cina in questo progetto One Bellt One Road La Nuova Via della Seta. La notizia non è una sorpresa visto che il Pakistan potrebbe guadagnare fino a 46 miliardi di dollari in infrastrutture: nuove strade, nuovi ponti, parchi eolici moderni, ecc.
Tutto finanziato dalla Cina.
Accanto ai sostenitori, però, ci sono anche gli oppositori (e non sono pochi). Il Paese che più si è esposto nella critica al progetto è l’India, che ha definito la Nuova Via della Seta nient’altro che “un’ impresa coloniale” che potrebbe distruggere molte comunità.
La Nuova Via della Seta e l’Italia
Anche Giappone, Corea del Sud e Corea del Nord non vedono di buon’occhio l’iniziativa. I paesi sopra citati hanno boicottato l’evento One Belt One Road di Pechino, organizzato apposta per promuovere la grande manovra economico-commerciale del rilancio della Via della Seta.
Ma anche dall’Occidente non arrivano segnali positivi: l’unica nazione presente all’evento è stata l’Italia.
Il fulcro della questione è che molte nazioni non credono affatto che la nuova Via della Seta sia un atto di generosità della Cina per risollevare l’economia globale. Lo strapotere della Cina è indubbio.
Tuttavia, tramite media statali, la Cina ha dichiarato ufficialmente che: “(…) La Nuova Via della Seta non è e non sarà mai neocolonialismo fatto di nascosto“.
I progetti per la nuova Via della Seta sono già iniziati e, oltre ai 900 miliardi di dollari già messi a disposizione a cui si aggiungeranno altri prestiti erogati dalle 4 principali banche statali cinesi.
Pur sostenendo il progetto di One Belt One Road, le banche hanno il dovere di assicurarsi che i soldi dei contribuenti rispettino 3 requisiti fondamentali:
- rispetto delle leggi ambientali
- promozione della crescita del Paese
- sicurezza che il progetto sia socialmente accettabile
China House seguirà con interesse il progetto de La Nuova Via della Seta One Belt One Road.
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